Pensioni d’oro a confronto: Italia-Germania

11/10/2013

L’argomento pensioni d’oro è ormai di dominio pubblico, molti giornali infatti se ne sono occupati, specie dopo la decisione della Consulta di bocciare per incostituzionalità la norma varata dal Governo; norma che prevedeva un prelievo, il contributo di solidarietà, sulle pensioni più cospicue, quelle oltre i 90 mila euro.

La norma è stata infatti dichiarata incostituzionale per motivi di equità, trattandosi di prelievo fiscale, secondo la Consulta, avrebbe dovuto essere applicato a tutti i redditi alti e non solo a quelli di pensione.

Il giornale tedesco Bild, probabilmente per portare la propria testimonianza sulla questione del tema previdenziale, ha pubblicato nei giorni scorsi un interessante articolo dal titolo: “Die Wahrheit über unsere Renten” che tradotto in italiano significa “La verità sulle nostre pensioni”.

L’aspetto di rilievo che emerge è che in Germania le pensioni d’oro non esistono,  questi i dati: quasi una pensione su due è inferiore a 700 euro lordi al mese, pochi pensionati, si tratta di 54 mila pensionati, lo 0,28% della popolazione percepiscono più di 2000 euro al mese e solo 18, non 18 mila, ricevono più di 2800 euro, mentre meno di 400 pensionati ottengono più di 2400 euro al mese.

In Italia il 44% dei pensionati ha un assegno previdenziale mensile inferiore ai 1000 euro, il 13,8% dei pensionati italiani addirittura non arriva alla soglia dei 500 euro mensili.

Eppure la spesa previdenziale ha un peso molto consistente, si tratta del 15% del Pil nel 2011, in dati assoluti oltre 265 miliardi di euro.

Come si spiega tutto ciò? Le ragioni primarie di questa spesa sono da ricercarsi proprio nelle pensioni d’oro che purtroppo in Italia, a differenza della Germania, esistono: ci sono circa 740 mila pensionati che ricevono dall’Inps una pensione mensile superiore ai 3000 euro e pesano sulle casse pubbliche per 40 miliardi di euro. In realtà si tratta di meno del 5% dei pensionati italiani, ma le loro pensioni assorbono il 15% dell’intera spesa previdenziale, pochi, quindi, ma con un peso specifico importante.

In Italia in tema pensioni d’oro sembra non essere stato accantonato, ma mentre il Governo sta cercando degli escamotage per ovviare ad un ulteriore “No della consulta”  (richiedere il contributo di solidarietà non soltanto a chi è in pensione ma a tutti i cittadini che dichiarano un reddito superiore a 90mila euro lordi all’anno, o non tagliare gli assegni d’oro ma non rivalutarli più in base all’inflazione) l’Inps, ha invece dichiarato, che restituirà da agosto i contributi di solidarietà già versati dai pensionati d’oro dal 2011 ad oggi e che l’erogazione degli assegni previdenziali avverràsenza decurtazione.

Erica Venditti

 

(Riceviamo da Erica Venditti e volentieri pubblichiamo)

Tutte le news