Bce: italiani più ricchi dei tedeschi, ma guadagnano meno e sono meno indebitati. Povera una famiglia su sei.

12/04/2013

Le famiglie italiane sono tra le ultime in Europa per il reddito, e con una delle più elevate percentuali di povertà, ma rimangono ai vertici nel continente per il patrimonio accumulato nel passato. E questo anche grazie al basso indebitamento. Questi alcuni dei risultati della prima indagine europea armonizzata sulla ricchezza delle famiglie (dati 2010), realizzata dalla Bce, con la collaborazione di 15 banche centrali, tra le quali la Banca d’Italia.

Famiglie italiane al nono posto in Europa per reddito
Il confronto in termini di reddito vede le famiglie italiane nella parte bassa della classifica (nono posto su quindici) con una percentuale di povertà più alta della media e tra le maggiori in assoluto. Nel consueto confronto con le famiglie tedesche, il gap per il reddito procapite è di circa 10mila euro.

Italiani ricchi come i tedeschi, ma guadagnano meno
La ricchezza pro-capite degli italiani è pari a quella dei tedeschi e dei francesi, anzi leggermente superiore, ma il reddito è minore rispetto a Germania e Francia. La ricchezza netta pro-capite mostra infatti differenze contenute tra i maggiori paesi dell’Eurozona: in Italia e Spagna è di 108.700 euro, in Francia è di 104.100 euro e in Germania di 95.500 euro. Nell’Eurozona la ricchezza pro-capite è di 99.400 euro. Il reddito medio delle famiglie italiane è invece più basso rispetto a Germania e Francia. Se nell’Eurozona il reddito familiare medio è di 37.843 euro, per le famiglie tedesche è di 43.531 euro, per quelle francesi è di 36.918 euro, per quelle italiane di 34.344 euro e per quelle spagnole di 31.329 euro. E visto che i dati raccolti dalla Bce sono relativi al 2011 per la Germania e al 2010 per l’Italia, il gap di reddito potrebbe essere aumentato, perchè negli anni successivi la performance economica tedesca è stata migliore rispetto a quella italiana.

In Italia una famiglia su 6 è povera
In Italia una famiglia su sei è povera, un dato superiore alla media dell’area euro. Lo rileva la Bce in un’indagine sui bilanci dei nuclei familiari realizzata in 15 Paesi aderenti alla moneta unica. La quota di poveri nell’area euro (identificati da un reddito equivalente inferiore alla mediana di ogni Paese) è del 13%, mentre in Italia è del 16,5%: un valore doppio rispetto alla Francia (8,9%) e superiore anche nel confronto con la Germania (13,4%).

In Europa una famiglia su 4 ha un mutuo
Oltre la metà dei cittadini dell’Eurozona non ha debiti di alcun tipo, mentre la percentuale di chi ha fatto ricorso a qualche tipo di debito si attesta al 43,7%. L’inchiesta della Bce è stata condotta su oltre 62mila famiglie in 15 paesi dell’Eurozona. Del totale (43,7%), circa il 23,1% ha un mutuo e il 29,3% altri tipi di credito. Tra le famiglie che devono rimborsare un prestito di qualsiasi tipo, il valore medio per il mutuo è di 68.400 euro, molto più elevato dei 5.000 euro medi per il debito non ipotecario. L’ammontare medio di tutti i tipi di debito nell’Eurozona é di 21.500 euro.

La relazione tra debito e reddito
Dallo studio emerge, inoltre, che più è grande la famiglia, maggiore sarà la propensione al debito, così che la percentuale degli indebitati sale dal 29,2% dei nuclei monofamigliari al 64% delle famiglie con cinque o più componenti. Un trend simile emerge a livello di reddito: il 22,9% del quintile più basso sta rimborsando un debito contro il 61,3% del quintile più alto e questo rapporto, rileva la Bce, è particolarmente stretto nel caso del debito per l’acquisto di una casa. Molto pronunciata anche la relazione tra debito ed età con un picco dell’indebitamento tra i 35 e i 44 anni e un successivo calo costante che accelera dopo i 65 anni. Poco omogenea la propensione al debito su base geografica con Paesi come Cipro, Lussemburgo, Olanda e Finlandia dove il totale degli indebitati supera il 60% della popolazione totale, mentre l’Italia (25,2%) é tra le più virtuose con la Slovacchia. Varia molto, segnala la Bce, anche la percentuale di popolazione dell’Eurozona che fa ricorso, nel caso di prestiti non ipotecari, ai finanziamenti bancari e alle carte di credito a debito: a queste ultime, ad esempio, fanno ricorso solo l’1,4% degli italiani e l’1,5% degli austriaci contro il 13% dei greci e dei maltesi, e il 18,8% dei ciprioti.

Fonte: Ilsole24ore

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