Dopo Cipro, tocca noi?

15/03/2013

I TANTI GUAI CHE CI TOCCANO DOPO CIPRO

Il pasticcio cipriota non è affatto smaltito. Nasce da due premesse, procede con due princìpi e due errori, ed esita in pesanti interrogativi.
Le due premesse. La prima, sistemica, è che la crisi cipriota nasce da soli squilibri bancari, ma di un sistema che ai Paesi euroforti non piaceva. Non tanto perché l’economia bancaria cipriota è quattro volte quella reale, visto che in Lussemburgo il multiplo è assai maggiore, quanto perché in buona sostanza è offshore, cioè a basse tasse, e poco trasparente perché aperto a una quarantina di miliardi di depositi russi con fortissimo reindirizzo verso la casa madre, destando sospetti estesi di riciclaggio. Che l’Ue si era ben guardata dal sollevare, ammettendo Cipro. La seconda ragione è ad hoc: sui 16 miliardi di intervento straordinario – pari al Pil dell’isola – 5,8 dovevano venire da Cipro subito, ergo dalle banche stesse aiutate.
I due princìpi. Il primo, pessimo, è stato colpire i depositanti. Otto giorni di impasse e polemica non hanno chiarito di chi sia stata, tra ciprioti e Troika, l’idea iniziale di tosare anche i depositi sotto 100mila euro, che dovrebbero essere intoccabili. L’accordo finale ripristina il rispetto di tale soglia. Ma sopra i 100mila euro le perdite medie dei depositanti di Laiki Bank e Bank of Cyprus saranno superiori all’80% nel primo caso e almeno del 40% nel secondo – è la prima stima della banca centrale cipriota -, una volta convertite le somme in titoli destinati a perdere di valore. Il secondo principio era migliore: responsabili dei guai, le banche falliscono, colpendo cioè gli azionisti e, in misura minore, gli obbligazionisti, invece di attingere illimitatamente ai soldi dei contribuenti nazionali ed europei.
I due errori. Il primo è evidente. La garanzia sui depositanti Lehman fu illimitata. Colpire i depositi sopra i 100mila euro costituisce un precedente grave. Ingrandito dai balbettii della Commissione europea, che prima ha sostenuto che si tratta di una regola che può valere per tutti i Paesi eurodeboli, Italia e Spagna comprese, poi ha minimizzato parlando di caso non replicabile. Di fatto, banchieri e media tedeschi hanno moltiplicato le dichiarazioni per le quali è meglio che italiani e spagnoli stiano attenti, perché una bella patrimoniale è quel che li aspetta. Imparino dunque a disperdere i loro risparmi in conti sotto i 100mila euro. Sono poco meno di 5 milioni, gli italiani sopra quota 100mila, non stiamo parlando di Cresi e riciclatori, ma di classe media risparmiatrice. Meglio ancora se apriranno i conti in banche tedesche o austriache: dove ci rimetteranno, perché naturalmente prenderanno meno interessi, e non pagheranno certo meno imposte visto che resteranno dovute in Italia.
Il secondo errore è meno evidente, tecnico, ma altrettanto grave. Se i risparmiatori devono stare attenti a depositare in banche meglio solvibili, di fatto a Cipro sia chi aveva scelto Laiki, tecnicamente fallita, sia BoC, che non lo era anche se doveva alzare di parecchio il Tier1, vengono trattati quasi allo stesso modo.
Gli interrogativi aperti sono tanti, e inquietanti. La politica europea è ancor meno credibile. La Bce non ne è uscita in maniera brillante. I tedeschi avevano ritirato gran parte dei loro 6 miliardi da Cipro, prima di colpire gli odiati russi. La botta ai russi piace ai moralisti, ma non è una gran trovata, per l’Ue in difficoltà. Cipro vedrà la sua economia scendere si calcola di un quarto, e fossi greco-cipriota mi farei annettere dalla parte turca. Tutti hanno puntato sull’argomento scivoloso del riciclaggio, ma in realtà il 50% del valore aggiunto sul Pil cipriota viene da settore primario, finanza e commercio interno, la manifattura conta solo il 5%: come si fa a pensare che i ciprioti dovranno tirarsi su dalla botta terribile che li aspetta esortando di più? Esportando che cosa?
E gli italiani si fideranno della mezza promessa di essere immuni? O qualcuno a Roma capirà che senza governo serio i tedeschi pensano alla ricchezza privata degli italiani, come serbatoio a cui attingere?
Perché la lezione dell’intervento su Cipro è questa: spingere i depositanti europei niente affatto verso le banche più solvibili per proprio patrimonio, come sarebbe giusto, ma verso quelle la cui solidità è garantita dalla maggior forza della finanza pubblica dei Paesi in cui sono incardinate, il che è sbagliato. E’ un aiuto alle banche dei Paesi euroforti che viola il Trattato, esattamente come lo sono i vincoli alla libertà dei capitali – una delle quattro libertà fondamentali dell’Unione – che Cipro dovrà subire molto a lungo.

Articolo di Oscar Giannino

Tutte le news